lunedì 9 febbraio 2009

10 febbraio




Il 10 febbraio la Repubblica italiana celebra il “Giorno del Ricordo”, istituito dal parlamento per ricordare la tragedia degli italiani uccisi nelle foibe e l’esodo dall’Istria, di Fiume e dalla Dalmazia di 350.000 italiani che, rinunciarono nel secondo dopoguerra, alla propria terra per dignità, per dedizione, per sacrificio, per amor di Patria. Molti di questi erano sopravvissuti ai massacri dei comunisti iugoslavi del Maresciallo Tito: le foibe, voragini naturali carsiche in cui trovarono la morte oltre 12.000 nostri connazionali aventi la sola colpa di essere italiani.
Un genocidio che incominciò nel 1943 e continuò oltre la fine della guerra. Migliaia di nostri connazionali vennero presi dalle loro case e tolti all’affetto dei propri cari. Vennero trascinati sull’orlo delle foibe, legati a gruppi di venti con del filo spinato ai polsi e alle caviglie e gettati ancora vivi in queste cavità naturali profonde centinaia di metri, trascinati dal peso dei primi del gruppo ai quali veniva sparato a bruciapelo.
Fu così che le foibe istriane vennero trasformate dal terrore indiscriminato operato dai comunisti iugoslavi in un macabro cimitero senza croci per italiani.
Nel "Giorno del Ricordo" rinnoviamo la memoria della tragedia delle foibe e dell’esodo di quegli italiani che abbandonarono tutto: case, averi, terreni, barche da pesca, pur di non trascorrere il resto della loro vita nel “paradiso” comunista di Tito.